04 Giugno 2025 Artforum, "Diana Anselmo" | 16 Aprile 2025 Frieze, "Must-See: The Tears of Karl Lagerfeld" | 16 Aprile 2025 Süddeutsche Zeitung Magazin, "Mit welcher Haltung kommt man in der Kunstwelt am weitesten, Maurizio Cattelan?" | 09 Aprile 2025 The Berliner, "Consider Listening: An exhibition urging calm amidst outrage" | 02 Aprile 2025 Wallpaper, "Aboard Gio Ponti's colourful Arlecchino train in Milan, a conversation about design with Formafantasma" | 26 Marzo 2025 Frieze, "Diego Marcon’s Films Conjure a Familiar, Grotesque World" | 19 Marzo 2025 Arts Hub, "1500-degree molten steel installation, inspired by Caravaggio, to drip from the ceiling of Mona" | 15 Maggio 2024 Frieze, "Silvia Rosi Gives Voice to Her Parents’ Migration Story" | 30 Marzo 2024 The Korea Times, "Foreigners Everywhere: Artist duo who inspired this year's Venice Biennale lands in Seoul" | 07 Febbraio 2024 Artnet News, "Ceramics Are as Contemporary as a Smartphone: Chiara Camoni on Her Tactile Sculptures"
sostegni pubblici
Italian Council: il motore dell’arte contemporanea italiana nel mondo
L'Italian Council è il programma del Ministero della Cultura, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea, per sostenere la creatività italiana contemporanea e proiettarla sulla scena internazionale. Istituito nel 2017 su iniziativa della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane ora diventata Direzione Generale Creatività Contemporanea ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza e la diffusione della creatività italiana nel campo delle arti visive. Negli anni la sua mission si è rinnovata e ampliata, riuscendo a supportare e finanziare differenti attività e produzioni culturali con un’offerta sempre più ampia e ridefinita che permette a una vasta gamma progettuale di essere sostenuta e promossa anche e soprattutto all’estero; gli ambiti spaziano oggi dalla ricerca, alle residenze, dalla promozione internazionale, alla pubblicazione di progetti editoriali.
L’Italian Council nel corso degli anni ha ampliato progressivamente i suoi orizzonti, diventando uno dei punti di riferimento per artiste e artisti, curatrici e curatori e critici. Dal 2019 il programma ha ampliato la propria portata, includendo il sostegno a progetti di promozione internazionale, residenze artistiche e iniziative editoriali. Dal 2020 il progetto sostiene anche curatori italiani per mostre internazionali. L’obiettivo? Valorizzare i talenti italiani affermati e emergenti favorendo il dialogo con istituzioni culturali di tutto il mondo. Con le prime cinque edizioni l’Italian Council ha finanziato 40 progetti dedicati esclusivamente alla produzione di nuove opere d’arte, destinate ad arricchire il patrimonio dei musei italiani dopo un periodo di valorizzazione all’estero attraverso la collaborazione, come proponente o partner culturali di progetto, con realtà artistiche e museali internazionali per un’attività di promozione oltre i confini nazionali. In caso di vittoria del bando viene garantito un finanziamento che copre fino all’80% del costo complessivo del progetto, entro un tetto massimo stabilito in base alla tipologia dell’intervento.
Oggi le linee di intervento dell’Italian Council si articolano in tre ambiti principali:
Ambito 1: Incremento delle collezioni pubbliche – Supporto alla creazione di opere destinate al patrimonio italiano.
Ambito 2: Promozione internazionale – Progetti che favoriscono la presenza di artisti, curatori e critici italiani in manifestazioni, mostre o pubblicazioni all’estero
Ambito 3: Sviluppo dei talenti – Percorsi formativi e residenze per sostenere la crescita professionale.
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Le risorse distribuite
Anno dopo anno l'Italian Council è cresciuto, ha acquistato maggiore notorietà e anche le risorse assegnate hanno raggiunto livelli significativi. Nella prima fase quindi fino al 2019, prima dell'ampliamento agli altri ambiti di applicazione, sono stati distribuiti complessivamente 4,86 milioni per i primi quattro bandi, per poi riprendere nel 2021 con quasi 2,5 milioni di euro. Nel complesso dal 2017 al 2024 si sono svolte 13 edizioni dell’Italian Council e sono stati distribuite risorse pari a 19.336.921,14 euro che hanno permesso, tra l'altro, la produzione e l’acquisizione di nuove opere d’arte.
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edizione | anno | risorse | progetti vincitori |
---|---|---|---|
1 | 2017 | 450.000 € | 7 |
2 | 2017 | 490.000 € | 7 |
3 | 2018 | 948.729 € | 10 |
4 | 2018 | 1.080.000 € | 10 |
5 | 2019 | 620.988 € | 6 |
6 | 2019 | 1.323.046 € | 16 |
7 | 2019 | 1.959.372 € | 23 |
8 | 2020 | 1.298.976 € | 19 |
9 | 2020 | 1.991.852 € | 37 |
10 | 2021 | 2.495.977 € | 51 |
11 | 2022 | 2.000.000 € | 93 |
12 | 2023 | 1.996.350 € | 126 |
13 | 2024 | 2.681.631 € | 117 |
L’ampliamento delle collezioni museali
Dal 2017 al 2024 la partecipazione all’Italian Council da parte degli artisti ha permesso la realizzazione di 109 nuove opere d’arte e 46 musei italiani hanno visto incrementare il proprio patrimonio con opere di grande qualità.
In particolare i musei che maggiormente hanno accresciuto la loro collezione di opere d’arte sono stati il MADRE - Museo d’arte contemporanea Donna Regina di Napoli e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna che hanno rispettivamente accolto nel loro patrimonio 10 opere ciascuno. Segue a ruota il MUSEION di Bolzano con sette nuove opere in collezione, il MART di Rovereto, il Castello dei Rivoli e la GAMeC di Bergamo che hanno incrementato la collezione con sei opere ciascuno. Interessante notare che diversi musei più periferici come il Centro Pecci, il MAN di Nuoro, il MACTE di Termoli hanno beneficiato dell’Italian Council e hanno accolto tre opere ciascuno.
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Il network e le manifestazioni internazionali
L’Italian Council ha favorito un nuovo posizionamento dei nostri artisti, curatori e critici in un mercato sempre più globalizzato, che necessita di un confronto continuo tra esperienze diverse dove i confini sono sempre più labili. Uno dei punti di forza è la costruzione di reti di interazione con soggetti istituzionali, fondazioni, associazioni, che a diverso titolo hanno partecipato alla relazione del progetto dell’artista. Tra le varie parternship culturali citiamo l’International Studio & Curatorial Program (ISCP), New York (Usa), Kadist, Parigi (Francia), State of Concept, Atene (Grecia), CAC Geneve, Ginevra (Svizzera), FRAC in Francia, Kulturfolger, Zurigo (Svizzera), Gasworks & Triangle Network (Londra, UK) per citare solo alcune esperienze. Non esistono ancora dati certi sull’effettivo impatto che l'Italian Council sta avendo sul posizionamento internazionale dei nostri artisti ma grazie a questo sostegno le produzioni quali immagini in movimento e il film d’artista italiani stanno guadagnando spazi di grande prestigio nei festival più importanti di tutto il mondo. Inoltre, sono aumentate le occasioni di partecipazione degli artisti coinvolti nei progetti vincitori a fiere o a eventi nazionali e internazionali.
Con l’edizione numero 6 del 2019 l’Italian Council ha ampliato il suo intervento al sostegno alla partecipazione a manifestazioni internazionali che ha permesso a diversi artisti di prendere parte alle Biennali internazionali. Ecco alcuni esempi: Nico Vascellari ha partecipato alla XV Biennale di Lione con l’installazione "Horse Power"; Patrizio Di Massimo alla Kathmandu Triennale 2077 attraverso Siddhartha Art Foundation, Kathmandu, Nepal; Marinella Senatore con la partnership della Fundação Bienal de São Paulo ha preso parte alla 34a Biennale di San Paolo; il progetto "Adaptability (Like a Flood)" di Adelita Husni-Bey è stato sostenuto dall’Italian Council per la partecipazione alla Sharjah Biennale 2025 con il supporto di Sharjah Art Foundation (Sharjah, Emirati Arabi Uniti).
Tra le mostre internazionali Gian Maria Tosatti ha ambientato la mostra il "Dittico del trauma" prima alla Izolyatsia Platform for cultural initiatives di Kiev e successivamente al Depo – Anadolu Kültür di Istanbul, le artiste Goldschmied & Chiari, hanno esposto all’International Arts and Artists, Washington, negli Stati Uniti. In altre edizioni sono state realizzate diverse monografiche, tra le altre quella di Emilio Isgrò presso il CAFA (Central Academy of Fine Arts) di Pechino e quella di Paola Pivi presso l’Anchorage Museum (Anchorage, Alaska, Usa).
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Punti di forza, criticità e limiti
L’Italian Council rappresenta sicuramente una piattaforma strategica per dare visibilità internazionale ad artiste e artisti italiani, spesso sotto-rappresentati nei circuiti globali, favorisce poi la creazione di reti tra professionisti dell’arte – artisti, curatori, critici, galleristi – e importanti istituzioni culturali estere, contribuendo alla circolazione delle idee e allo scambio culturale. Infine, l’erogazione di finanziamenti permette la realizzazione di progetti ambiziosi che altrimenti difficilmente vedrebbero la luce, sostenendo la ricerca, la produzione e l’acquisizione di opere d’arte per le collezioni pubbliche italiane.
Le interviste ai soggetti che hanno proposto alcuni dei progetti vincitori evidenziano come l’Italian Council sia uno strumento utile per il sostegno degli artisti, per la promozione dell’arte italiana, oltre che una valida strategia per l’ampliamento delle collezioni pubbliche: in Italia, viene sottolineato, non esiste al momento uno strumento migliore per la produzione di opere anche complesse o di progetti particolarmente ambiziosi perché “fuori scala” rispetto alla programmazione tradizionale e tali da richiedere finanziamenti ingenti. L’Italian Council rappresenta, dunque, un valido supporto e, non da ultimo, aiuta nell’avvalorare la credibilità istituzionale dei partner coinvolti nel presentarsi alle istituzioni internazionali, facilitando la realizzabilità dei progetti, la loro presentazione e valorizzazione.
In sostanza l’Italian Council bilancia parzialmente quanto avviene già per gli artisti stranieri che, spesso sostenuti dalle loro istituzioni nazionali (Arts Council di vario tipo), vengono ospitati da organizzazioni italiane, arricchendone i programmi e favorendo la conoscenza e lo scambio culturale tra nazioni ed aree geografiche.
Un aspetto alla base dell’esito positivo dell’application è il rapporto fiduciario che l’associazione proponente instaura con l’artista; rapporto che, nel caso della produzione di una nuova opera, è ancora più importante. E se l’istanza arriva a conclusione, la collaborazione diventa un momento di crescita sia per l’artista sia per le piccole realtà proponenti, che hanno l’opportunità di confrontarsi con grandi eventi e importanti istituzioni internazionali. Infine, c’è chi sottolinea che, in generale, i bandi e l’Italian Council nello specifico sono uno strumento importante per documentare e promuovere il lavoro progettuale delle artiste e degli artisti italiani non solo all’estero ma, in primis, in Italia. È importante, secondo gli intervistati, che gli artisti italiani abbiano un riconoscimento ufficiale e la possibilità di esprimere progetti che verranno collezionati dai musei e dalle collezioni pubbliche in Italia, senza dipendere soltanto da eventuali lasciti di collezionisti molti anni dopo. Se, infatti, gli artisti non sono valorizzati e riconosciuti dalle istituzioni italiane sarà difficile che possano affermarsi all’estero.
Tuttavia non mancano alcune criticità e critiche mosse da chi vi ha partecipato: per quanto contenga elementi di utilità per la promozione e il sostegno dell'arte italiana all'estero, l’Italian Council viene ritenuto insufficiente. La critica muove essenzialmente dalla constatazione della mancanza nel nostro Paese di una politica culturale con una visione a lungo termine, dotata di una strategia e di una rete di confronto efficiente prima di tutto nazionale e poi anche internazionale. Il progetto dell’Italian Council, viene sottolineato, si limita a sostenere i progetti attivati e gestiti quasi sempre dalla sola iniziativa e capacità del singolo artista, con al fianco le gallerie di arte contemporanea. Queste, ancora una volta, si trovano a sostituire le carenze del sistema, ma non possono neanche essere citate e, di conseguenza, restano escluse da un sistema e da una strategia di più ampio respiro.
Eloquente, a tale proposito, il confronto tra istituzioni simili in altri paesi europei. Un esempio, tra i tanti, è la complessa organizzazione inglese del The Arts Council, del British Council e del Department for Culture Media and Sport (DCMS), ognuna delle quali ha una sua collezione a supporto dell’arte inglese (The Arts Council Collection, British Council Collection e The Government Art Collection) e una propria strategia pianificata e decisa in accordo tra loro con il comune fine di sostenere l’arte e la cultura inglese sul proprio territorio e all’estero.
Altra criticità, emersa da alcune interviste, riguarda l’erogazione dei fondi. Rispetto alla prassi inglese, che distribuisce la maggior parte dei fondi, l’80%, all’inizio e il rimanente 20% alla fine, l’iter del Ministero prevede che, una volta approvato il finanziamento, sia comunque il proponente ad anticipare l’importo, che verrà solo in seguito rimborsato. Questa procedura mette spesso in difficoltà chi non possiede capitali da anticipare e si vede costretto a ricorrere a prestiti bancari, con una evidente ulteriore complicazione della macchina organizzativa.
D’altro canto, a dispetto di alcune difficoltà di ordine burocratico, non manca tra gli intervistati chi ha trovato nel Ministero interlocutori attento e concreti, in grado di seguire l’iter dei progetti prima e dopo l’ammissione al finanziamento. Tuttavia per gli artisti più giovani l’iter amministrativo risulta impegnativo e frena la loro partecipazione: pur avendo un curriculum artistico di tutto rispetto non hanno o non trovano il giusto supporto da parte delle associazioni per condividere gli aspetti più impegnativi dell’application.
In generale, l’esperienza risulta positiva e sicuramente formativa. E coloro che già hanno al loro attivo progettazione di bandi non hanno riscontrato grosse difficoltà nella stesura del progetto e del relativo piano economico, così come nelle successive fasi di rendicontazione. Anche perché in caso di necessità o dubbi i partecipanti hanno sempre ricevuto chiarimenti dai funzionari che si occupavano di gestire l’andamento dei progetti prima e dopo l’ammissione al finanziamento.
Più complicata e difficoltosa è, invece, risultata la mediazione tra il museo che dovrà accogliere in donazione l’opera, come previsto dal bando, e il MiC per le diverse posizioni espresse dai due enti sulla donazione/cessione dell’opera con il rischio che dopo anni, la destinazione dell’opera non è ancora definitiva.
Un aspetto positivo segnalato dagli intervistati è la volontà del Ministero di migliorare, edizione dopo edizione, le regole e le procedure, cosa che ha permesso, rispetto alla prima edizione del 2017, uno snellimento burocratico. E rivolgono un suggerimento alle istituzioni: tenere in ambiti separati la produzione di un’opera e la promozione della stessa all’estero.
(Hanno risposto alle interviste Anna Detheridge e Laura Riva (Connecting Cultures); Andrea Chieli, Gail Cochrane, Elena Iside Pandolfo, Beatrice Sacco, Guido Santandrea, Laura Sinagra Brisca (Almanac Inn); Federica Schiavo (per il progetto Zero (weak fist) al Polo museale dell’Emilia Romagna); Stefano Raimondi (THE BLANK CONTEMPORARY ART); Federica Schiavo (per il progetto Surreal science: Loudon Collection with Salvatore Arancio alla Whitechapel di Londra) e ASSOCIAZIONE CULTURALE CURVA (INCURVA)
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