04 Giugno 2025 Artforum, "Diana Anselmo" | 16 Aprile 2025 Frieze, "Must-See: The Tears of Karl Lagerfeld" | 16 Aprile 2025 Süddeutsche Zeitung Magazin, "Mit welcher Haltung kommt man in der Kunstwelt am weitesten, Maurizio Cattelan?" | 09 Aprile 2025 The Berliner, "Consider Listening: An exhibition urging calm amidst outrage" | 02 Aprile 2025 Wallpaper, "Aboard Gio Ponti's colourful Arlecchino train in Milan, a conversation about design with Formafantasma" | 26 Marzo 2025 Frieze, "Diego Marcon’s Films Conjure a Familiar, Grotesque World" | 19 Marzo 2025 Arts Hub, "1500-degree molten steel installation, inspired by Caravaggio, to drip from the ceiling of Mona" | 15 Maggio 2024 Frieze, "Silvia Rosi Gives Voice to Her Parents’ Migration Story" | 30 Marzo 2024 The Korea Times, "Foreigners Everywhere: Artist duo who inspired this year's Venice Biennale lands in Seoul" | 07 Febbraio 2024 Artnet News, "Ceramics Are as Contemporary as a Smartphone: Chiara Camoni on Her Tactile Sculptures"
chi siamo

Il Report
download reportCi siamo presentati per la prima volta a voi nel marzo del 2022 con il Report “Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea italiana?”. Lo studio si è interrogato sul peso relativo dell’arte italiana contemporanea nel mondo e, quindi, della forza dei suoi supporti culturali ed economici a 16 anni dall’analisi milestone del 2005 condotta dai professori Pier Luigi Sacco, Walter Santagata e Michele Trimarchi per la Darc (Direzione Generale per l’architettura e l’arte contemporanee) del Ministero della Cultura, pubblicata nel testo oramai storico “L’arte contemporanea italiana nel mondo” edito da Skira. Abbiamo circoscritto l’analisi agli artisti nati a partire dal 1960, con l’intento di concentrarci su coloro che, a partire dagli anni Ottanta e poco più che ventenni, hanno iniziato a produrre e diffondere arte. La scena artistica del dopoguerra e quella degli anni ’60 e ’70 avevano infatti già ricevuto ampia attenzione e riconoscimento anche a livello internazionale, valorizzando movimenti come lo Spazialismo, la Transavanguardia e l’Arte Povera. Ci siamo impegnati a raccogliere i contributi di curatori e a mappare, dal 2019, la presenza all’estero di artiste e artisti italiani – o formatisi in Italia – delle generazioni successive. Oggi, nel contesto della creatività contemporanea, la nozione di nazionalità risulta sempre più fluida e complessa, soprattutto in riferimento alla provenienza geografica e all’identità. L’indagine ha riguardato musei, istituzioni culturali, biennali, festival, gallerie, aste, con un’attenzione anche ai sostegni pubblici (come l’Italian Council, gli Istituti Italiani di Cultura all’estero e l’Art Bonus). Questo lavoro ha portato alla nascita di una piattaforma che, pur rivolgendosi al presente e al futuro, intende ricostruire anche le traiettorie precedenti al 2019.
Il progetto ha vinto il Bando culturale TOCC per la Transizione digitale emanato dalla direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU nell’ambito del PNRR. Oggi è finalmente una realtà e intende porsi come una piattaforma partecipata aperta ai contributi esterni nella quale passo dopo passo si costruisce insieme, cioè con il contributo di tutti i professionisti del mondo dell’arte contemporanea e di tutti gli appassionati un data base sulla presenza internazionale della produzione artistica dalla fine Novecento e a oggi. Il cammino inizio oggi grazie anche al contributo di Fondazione Fiera Milano, Intesa Sanpaolo, Luca Bombassei, architetto e collezionista, e il sostegno tecnico di Articker, CBM & Partners, ReportAziende Spa, Studio Lombard DCA e Triennale Milano.
La piattaforma
Il sito si pone come uno strumento di ricerca innovativo sia nei contenuti che nelle tecnologie utilizzate, al servizio di studenti, professionisti del settore, accademici e ricercatori, politici e amministrazioni. L’obiettivo è l’analisi del funzionamento del comparto e del sistema di sostegno alla produzione artistica contemporanea nel nostro Paese per stimolare il dialogo tra i vari attori coinvolti per fare rete, fissare nuovi traguardi e individuare possibilità di integrazione nel sistema internazionale dell’arte.
La piattaforma si compone di:
- Interviste a curatori e direttori di musei italiani e internazionali che si estenderanno ad artisti, galleristi, esperti del settore;
- Informazioni attuali su mostre di artisti italiani all’estero;
- Analisi della presenza degli artisti italiani nelle collezioni dei musei internazionali, nelle più importanti biennali e manifestazioni periodiche;
- Bilancio del sostegno dell’Italian Council;
- Monitoraggio della presenza sul mercato, nelle principali gallerie internazionali e nelle aste attraverso i dati registrati su Artprice, messi a confronto con quelli degli artisti francesi e tedeschi;
- Approfondimento della visibilità mediatica degli artisti, grazie alla collaborazione con Articker;
- Confronto del sistema fiscale internazionale, a cura di Studio Lombard DCA, e del quadro normativo degli altri paesi, a cura di CBM & Partners.
Core asset del sito è una nuova banca dati focalizzata sulla carriera internazionale degli artisti italiani nati dopo il 1960 che ad oggi conta più di 100 artisti ed è destinata a crescere nel tempo.
Dal punto di vista tecnologico, l'Osservatorio introduce un'innovazione assoluta: l'utilizzo di un sistema avanzato di intelligenza artificiale, che unisce la ricerca nei dati alla capacità di elaborazione linguistica che permette di ottenere risposte veloci, accurate e basate sulle informazioni più aggiornate disponibili.
Le prime evidenze
Sebbene non sia passato troppo tempo da quella prima analisi del 2022, alcune cose positive sono accadute. Prima di tutto l’Italian Council con i suoi bandi ha permesso alle artiste e agli artisti di costruire un network di relazioni internazionali in moltissimi paesi (oltre 160 istituzioni straniere sparse in tutto il mondo). I musei internazionali hanno aperto le loro collezioni ad artisti italiani o formatisi in Italia delle generazioni successive, sebbene i nomi presenti nelle collezioni estere siano sempre quelli ricorrenti, come Maurizio Cattelan, Rosa Barba, Tatiana Trouvè. La presenza nelle Biennali si è fatta un po’ più frequente andando anche a toccare i paesi più lontani come Gwangju, o nuovi hub dell'arte come il Medio Oriente e l'Arabia Saudita. Le gallerie internazionali ha inserito nella loro scuderia nuovi italiani e quanti avevano già lavorato a livello internazionale hanno trovato nuove opportunità come Marinella Senatore, Chiara Camoni, recentemente entrata a far parte della scuderia di Andrew Kreps a New York, o il giovane Emilio Gola, entrato da Madragoa a Lisbona. Sicuramente un ruolo importante a questa visibilità lo ha dato il Maeci con le attività legate all’arte visuale degli Istituti Italiani di Cultura all’estero (che presto inseriremo in piattaforma). La visibilità mediatica è stata elevata, addirittura gli artisti italiani sono stati in questo senso primi in Europa e terzi rispetto a tutte le altre nazioni, grazie all'ottima esposizione sui giornali di artisti e artiste come Claire Fontaine, che ha dato il titolo alla mostra di Adriano Pedrosa alla Biennale di Venezia, e alla famosissima banana di Cattelan.
Gli autori
Chi scrive, da lungo tempo segue il settore con un’attività giornalistica, crede si possa fare ancora molto per valorizzare l’arte contemporanea italiana, ma pensa altresì che sia necessario un costante monitoraggio degli sforzi fatti, soprattutto a livello istituzionale, per verificare la solidità dei risultati ottenuti, per fissare nuovi traguardi e individuare nuovi strumenti di integrazione nel sistema internazionale dell’arte. Il report ha, dunque, l’ambizione di osservare che cosa si è seminato finora e cosa si è raccolto per comprendere se la creatività prodotta dalla nostra cultura e dalle nostre accademie possa radicarsi profondamente nei sistemi globali dell’arte ed essere terra fertile anche per il rinnovamento del sistema italiano. Il tallone d’Achille del sistema italiano, com’è noto da diverse pubblicazioni e ricerche, è rappresentato dal difficile ingresso nel sistema dell’arte di chi studia e si diploma nelle alte scuole (sistema AFAM). Conoscere a che punto è il percorso fatto dalle nuove generazioni nel riconoscimento del loro valore creativo può rappresentare un primo passo per costruire successivamente reti internazionali e di scambio. Una prima riflessione emerge dall’indagine svolta sul campo nel 2020 da Bertacchini e Borrione su un progetto promosso da Gai (Associazione per il circuito dei giovani artisti italiani) sulle carriere artistiche emergenti maturate nelle Accademie d’arte: “il settore delle Arti Visive risulta essere il meno remunerativo, mentre gli ‘Altri ambiti’, caratterizzati da professioni più legate alle industrie culturali e creative (per esempio editoria, cinema, design), sono quelli in cui sono impiegati coloro i quali dichiarano di avere un reddito più elevato: dai 19.000 € annui in su”.

Giornalista freelance, dopo aver lavorato nell'ambito della videoarte a Berlino e Lugano, dal 2008 si occupa di mercato dell’arte e collezionismo per Il Sole 24 Ore e di arte e design per DAMN Magazine. Negli anni ha collaborato alla creazione di diversi progetti e piattaforme, tra cui Collective, un’associazione di collezionisti italiani, e Contemporary Art Galleries, magazine dedicato alle gallerie di ricerca (2015-2024). È coautrice della BMW Art Guide by Independent Collectors. All'attività giornalistica affianca l'impegno come docente presso la 24 Ore Business School (dal 2011) e la consulenza a privati e aziende sull'acquisto d'arte e progetti di arte e comunicazione, tra cui lo Studio Lombard DCA di Milano (dal 2023).
autore
Esperto in economia della cultura e della sostenibilità, arts management e gestione e organizzazione aziendale, è consulente, membro di cda e revisore di musei, teatri, gallerie d’arte, fondazioni, festival e associazioni culturali.
Si occupa di consulenza e formazione per fondazioni bancarie, istituzioni pubbliche e private in materia in materia di terzo settore, gestione e organizzazione di istituzioni culturali e di mercato dell’arte.
Co-fondatore e partner dello studio Lombard DCA di Milano e fondatore e curatore della rivista ÆS Arts+Economics.
Professore a contratto in Economia del patrimonio culturale presso l’Università degli Studi di Bergamo. Tra le altre cariche è presidente della commissione di Economia della Cultura presso la Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti, consulente per le politiche fiscali di Federculture, membro della commissione tecnica a supporto del consiglio direttivo oltre che membro del gruppo di lavoro Bilancio sociale di ICOM Italia – International Council of Museums, consulente di ADEI – Associazione Degli Editori Indipendenti.

Dopo una lunga esperienza come analista finanziario, dal 1993 al 2011 è stata responsabile del Dipartimento Analisi dei Mercati Finanziari de Il Sole 24 Ore e ha collaborato sin dalla sua nascita con Plus24-ArtEconomy24. Dal 2012 al 2020 è stata membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Bastogi. Dal 2021 è membro del Consiglio di Amministrazione Brioschi Sviluppo Immobiliare SpA. Autrice di diverse pubblicazioni per il Gruppo “Il Sole 24 Ore”
autore
Giornalista de Il Sole 24 Ore nel settimanale di risparmio e investimenti Plus24. Ideatrice e responsabile dal 2007 della sezione ArtEconomy24, su carta e web, dedicata all’economia e al mercato dell’arte. Ha progettato nel 2011 per la 24Ore Business School il Master in Economia e management dell’arte e dei beni culturali a Milano e Roma, dei quali è coordinatore scientifico e docente. Insegna in vari master, è stata chiamata a partecipare in qualità di esperta di mercato dell’arte al Tavolo permanente per la circolazione delle opere d’arte del MiC ed è keynote in convegni e workshop. Ha scritto diverse pubblicazioni, è tra gli autori de "Il segno dell'arte nelle imprese", Marsilio Arte 2024, dell'"Economia dell'arte", Egea 2023.
collaboratore
Ilaria Dal Lago (Torino, 1996) vive a Milano dal 2016, dove ha frequentato il triennio in “Arti, design e spettacolo” presso l’Università IULM e ha conseguito il diploma di secondo livello in “Visual Cultures e Pratiche Curatoriali” all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Negli anni ha collaborato con studi d’artista e gallerie d’arte contemporanea; dal 2022 al 2025 ha lavorato da ZERO…, Milano, dove ha seguito da vicino l’organizzazione di mostre, la gestione di fiere e il rapporto con gli artisti della galleria.

Mattia Fernando Biagetti si occupa di arte contemporanea con particolare interesse per il mercato dell’arte. Ha una formazione accademica e ha completato un master alla 24Ore Business School. Ha collaborato con riviste specializzate, approfondendo dinamiche e prospettive del sistema dell’arte.
collaboratore
Storica dell’arte e studentessa magistrale presso l’Università degli Studi di Bergamo, dove approfondisce i temi legati alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale.
Il criterio
Se uno dei criteri in base al quale lo studio "Arte al futuro" della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura attribuisce alle persone, per la professione di artista è l’entità del guadagno derivante dalla propria attività artistica, “il lavoro prettamente artistico-creativo contribuisce per meno del 50% al reddito complessivo annuale degli artisti e, quindi, la maggior parte di essi si trova costretto a svolgere molto spesso più lavori, anche non legati al settore culturale”. Altro elemento che emerge dallo studio di Bertacchini e Borrione e che trova riscontro nella nostra analisi, è la mancanza sul nostro territorio di network istituzionali che - sul modello dei Frac, Kunstverein e Kunsthalle - possano rappresentare una piattaforma espositiva pubblica curata. In mancanza di ciò (la Quadriennale di Roma è una lodevole eccezione) i giovani sono spinti a completare il percorso formativo ed espositivo all’estero dove spesso trovano supporto negli Istituti di Cultura italiana (per lo più Regno Unito, Germania, Francia, Olanda e Stati Uniti), per consolidarsi attraverso il mentoring e il confronto con la critica e il pubblico, attività che nel nostro paese sono svolte, invece, quasi esclusivamente dai centri culturali indipendenti o dalle gallerie di ricerca. La catena del valore del lavoro artistico e la sua evoluzione, del resto, necessitano di una serie di soggetti che svolgono un ruolo di mediazione per portare alla conoscenza e all’affermazione dell’opera contemporanea. L’artista, soprattutto ai suoi esordi, corre il rischio di dover costantemente ricercare risorse per proseguire la sua attività. Nonostante il legislatore europeo abbia più volte sollecitato gli stati membri ad adottare lo Statuto sociale degli artisti (2006/2249) inteso a creare un “registro professionale europeo”, resta in Italia la fragilità di una professione sotto-tutelata e mal pagata, acuita dalla crisi pandemica. Ad oggi, senza questo registro, non conosciamo neanche il numero degli artisti professionisti italiani.