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visibilità mediatica

Primi in Europa nel 2024 per visibilità mediatica

Premessa

 

La seguente analisi è svolta in collaborazione con ArtTicker, istituto di analisi di proprietà della casa d’aste Phillips, che analizza la visibilità mediatica degli artisti.

Per la seguente analisi, Articker ha analizzato 5,35 milioni di articoli pubblicati nel 2024.

Le percentuali mostrano la variazione rispetto al 2021, anno che è stato oggetto di analisi del primo report “Quanto è (ri)conosciuta l’arte italiana contemporanea” 

 

 

La visibilità mediatica delle artiste e degli artisti italiani nel 2024

Nel 2024, la global media-share degli artisti italiani, e cioè la quota globale dei media riservata alle artiste e agli artisti italiani, è salita al 7,83%, posizionandoli al terzo posto tra tutte le nazionalità e al primo posto in Europa. Questo dato segna un aumento del 12,50% rispetto al rapporto precedente, pubblicato nel 2022 e basato su dati del 2021, in cui la loro quota globale si attestava al 6,96%. 

 

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L’incremento è stato trainato dalle ottime performance di molti degli artisti italiani ai gradini più alti della classifica, insieme alle deboli performance degli artisti leader delle altre nazionalità.

 

Gli artisti italiani sono stati i più numerosi nella Top 15, ma attenzione, stiamo qui parlando di tutti gli artisti, senza limiti di tempo. Infatti, nella lista troviamo Michelangelo (5°), Leonardo Da Vinci (7°), Caravaggio (9°) e Maurizio Cattelan (12°).

 

Come vediamo, si tratta di artisti storici, tranne nel caso di Cattelan, che ha avuto il suo grande momento mediatico con la vendita dell’opera “Comedian”, la banana attaccata con lo scotch al muro. 
 

Tra i primi 50 artisti italiani nel 2024, quelli con i maggiori incrementi percentuali nella quota mediatica rispetto al 2021 sono stati Salvo (+2.351,20%), a seguito del suo exploit sul mercato internazionale e all’asta, Massimo Bartolini (+1.222,98%); artista che ha rappresentato l’Italia al Padiglione nazionale durante la Biennale di Venezia del 2024; Giovanni Anselmo (+902,47%), che ha avuto una personale al Guggenheim di Bilbao ed è stato incluso nella collettiva sull’Arte Povera alla Bource de Commerce di Pinault; Claire Fontaine (+849,27%), che ha dato il titolo dalla mostra internazionale della Biennale di Venezia del 2024, curata da Adriano Pedrosa; e Isabelle Ducrot (+779,61%), protagonista della sfilata di primavera di Dior. 
 

Tra gli artisti italiani che hanno registrato cali significativi dal punto di vista mediatico, ci sono Botticelli (-69,32%), che nel 2021 aveva avuto un picco mediatico a seguito del record all’asta del “Ritratto di giovane uomo che regge un tondo”, venduto all’asta per 92 milioni di dollari, e Modigliani (-46,87%).

 

Le altre nazioni

 

La Francia (+4,21%) ha mantenuto la sua posizione, trainata dai tre artisti più importanti – Monet (+25,08%), Matisse (+20,75%) e Duchamp (+17,13%) – che hanno tutti aumentato la loro quota mediatica rispetto al 2021. Il Belgio (+61,36%) ha fatto passi da gigante grazie a Magritte, entrato nel club dei 100 milioni di dollari e diventato l’artista più venduto alle aste nel 2024. La Corea del Sud (+102,53%) ha registrato l’incremento percentuale più alto nella visibilità mediatica.
 

La Cina (-26,35%) ha avuto un anno difficile, con Ai Weiwei (-19,10%), Qi Baishi (-45,31%) e molti altri loro artisti di punta in forte calo. Il Regno Unito (-23,90%) ha risentito soprattutto del crollo dei nomi più importanti: Banksy (-6,13%), David Hockney (-34,69%), Damien Hirst (-39,06%) e Lucian Freud (-15,62%). Anche gli artisti olandesi (-30,08%) hanno subito un forte ridimensionamento, con i loro tre big – Van Gogh (-17,90%), Rembrandt (-23,48%) e Vermeer (-65,13%) – in calo. Pablo Picasso (-12,86%) è stato ancora una volta l’artista con il punteggio più alto dell’anno, ma ha perso parte dello slancio rispetto al 2021, contribuendo al declino complessivo della Spagna (-9,23%).

 

Gli artisti nati dopo il 1960

 

Se guardiamo solamente alle artiste e agli artisti italiani nati dopo il 1960, la loro quota sui media globale è passata al 3,97% nel 2024, posizionandoli al sesto posto tra tutte le nazionalità. Ciò rappresenta un incremento del 112,3% rispetto al primo report del 2021, quando la loro quota mediatica globale era all'1,87%. 

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Il duo Claire Fontaine ha raggiunto la posizione più elevata per un artista italiano, classificandosi al 20° posto grazie alla sopracitata visibilità data dalla Biennale di Venezia. L'unico altro artista italiano nella Top 100 è stato Francesco Vezzoli, piazzatosi al 74º posto grazie alla sua mostra al Museo Correr, sempre durante la Biennale di Venezia. Ma c’è da dire, che la rappresentanza complessiva è rimasta relativamente solida, con 23 artisti italiani nella Top 500 e 61 nella Top 1000.

 

Dicevamo che gli artisti italiani presenti alla Biennale di Venezia hanno ricevuto una visibilità mediatica significativamente maggiore rispetto alle edizioni precedenti, trainati dal ruolo di primo piano di Claire Fontaine in "Foreigners Everywhere". Anche Massimo Bartolini ha registrato un notevole incremento come artista rappresentante del Padiglione Italia. Agnes Questionmark ha ottenuto una straordinaria copertura mediatica per la sua installazione "Cyber-Teratology Operation" nella mostra principale. Anche gli artisti italiani con mostre concomitanti a Venezia hanno ricevuto grande attenzione, in particolare Francesco Vezzoli al Museo Correr e Guglielmo Castelli a Palazzetto Tito.

 

È interessante notare che in molte passate edizioni la Biennale di Venezia non ha particolarmente favorito le artiste e gli artisti italiani contemporanei, almeno in termini di visibilità mediatica. Tuttavia, l'edizione del 2022 ha segnato una sorta di svolta, con Gian Maria Tosatti diventato il primo artista a esporre da solo nell'intero Padiglione Italia - permettendo così alla copertura mediatica di concentrarsi più sull'artista che sulla mostra in sé, o su un gruppo di artisti.

 

D'altronde, l'artista che ha registrato il picco mediatico più elevato nell'ultima Biennale è stato Archie Moore, la cui vittoria del Leone d'Oro per il miglior padiglione nazionale ha addirittura eclissato la visibilità di Claire Fontaine. Di conseguenza, la quota mediatica dell'Australia (+54,88%) ha registrato un significativo incremento.

 

Tuttavia, pur senza vincere uno dei Leoni d'Oro - che tendono a catalizzare la maggior parte dell'attenzione mediatica - Claire Fontaine ha rappresentato una vera e propria svolta per gli artisti italiani quest'anno.

 

Al di là di Venezia, Chiara Camoni, quarta nella classifica degli artisti italiani, ha ricevuto un importante riconoscimento in termini di visibilità per la sua mostra al Pirelli Hangar Bicocca di Milano. L’artista emergente Silvia Rosi ha ottenuto una notevole visibilità per l'esposizione alla Collezione Maramotti, mentre Giulia Cenci ha registrato un significativo incremento di attenzione grazie al suo lavoro all'estero, con l'installazione “Secondary Forest” sull'High Line di New York.

 

Altrove

 

Rispetto ai dati del 2021, pubblicati nel report del 2022, i Paesi dell'Africa subsahariana come Ghana (-33,07%), Sudafrica (-18,02%) e Nigeria (-35,57%) hanno subito un marcato calo nella loro visibilità mediatica globale. Al contrario, la Corea del Sud ha registrato una crescita significativa (+138,06%), trainata in parte dall'esordio di Frieze Seoul nel 2022 e dal crescente successo internazionale di artisti come Mire Lee, Haegue Yang e Do Ho Suh.

 

La Francia (+54,88%) ha vissuto un anno particolarmente positivo grazie alla Biennale di Venezia con Pierre Huyghe e Julien Creuzet, alle Olimpiadi di Parigi con Mathieu Lehanneur che ha disegnato la torcia olimpica, e alla riapertura di Notre-Dame con Claire Tabouret, scelta per realizzare le nuove vetrate.

 

Il Regno Unito (-15,92%), patria dei due artisti più quotati Banksy e Damien Hirst, ha risentito particolarmente le oscillazioni - soprattutto per il crollo del 36,5% nella visibilità mediatica di Hirst dal 2021. Gli Stati Uniti (-10,10%) hanno contenuto le perdite, ma per comprendere la portata del fenomeno, basti pensare che Kaws, il loro artista più rappresentativo, ha visto ridursi la propria presenza mediatica del 46,64%.

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