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Il Preis der Nationalgalerie 2026 va a Maurizio Cattelan

aggiornato al 05 Novembre 2025

Il Preis der Nationalgalerie 2026 va a Maurizio Cattelan

Il Preis der Nationalgalerie 2026 è stato assegnato all'artista italiano Maurizio Cattelan. Con questo premio viene onorato uno degli artisti più influenti del presente, che per la prima volta sarà rappresentato con una mostra personale in Germania. Le sue opere, che si collocano tra scultura, installazione e pratica concettuale, sono caratterizzate da un umorismo tagliente, un'amara serietà e una profonda riflessione sulle strutture sociali. La mostra per il Preis der Nationalgalerie sarà inaugurata alla Berlin Art Week nel settembre 2026 alla Neue Nationalgalerie.

Dai primi anni '90, Maurizio Cattelan (*1960, Padova) è una delle voci più significative dell'arte internazionale. Le sue opere iconiche – come "La Nona Ora" (1999), che raffigura la figura di Papa Giovanni Paolo II colpita da un meteorite; "Him" (2001), uno scolaro in preghiera con il volto di Adolf Hitler; o "Untitled" (2003), una scultura animatronica che si riferisce al protagonista del romanzo "Il tamburo di latta" di Günter Grass – mostrano come Cattelan sfrutti il potenziale dello shock, dell'irritazione e dell'ambivalenza morale per sollevare questioni centrali del nostro tempo: colpa, responsabilità, potere e traumi collettivi. La pratica artistica di Cattelan è percorsa da un'estetica del "comic existentialism" – una combinazione di umorismo e tragedia, ironia e profondità – che rende le sue opere allo stesso tempo accessibili e abissali. Con questa mostra, Maurizio Cattelan torna a Berlino, dove nel 2006 ha co-curato la 4a Berlin Biennale.

La giuria di esperti per il Preis der Nationalgalerie 2026 è composta dai direttori museali internazionali Emma Lavigne (Direttrice della Pinault Collection, Parigi), Sam Keller (Direttore della Fondation Beyeler, Basilea) e Klaus Biesenbach (Direttore della Neue Nationalgalerie). Oltre ai membri della giuria, avevano diritto di proposta i curatori della Nationalgalerie e i membri dei FREUNDE der Nationalgalerie.

Maurizio Cattelan, Neue Nationalgalerie, Berlin, © Peter Rigaud, 2025

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Allestita negli spazi del Kaunas City Museum e della Meno parkas Gallery, la mostra sarà aperta al pubblico dal 12 settembre al 9 novembre 2025. L’esposizione propone un dialogo stimolante tra artisti italiani — come il collettivo Atelier dell’Errore, Arnold Holzknecht (Val Gardena, 1960) e Ruth Beraha (Milano, 1986) — e artisti lituani, tra cui Aistė Ambrazevičiūtė, Andrius Arutiunian e Maximilian Oprishka.
Il percorso espositivo esplora la complessa relazione tra natura, mito, tecnologia e intervento umano, invitando lo spettatore a riflettere su processi ecologici, storie umane e futuri possibili. Le opere selezionate offrono nuove prospettive per guardare il mondo, mettendo in discussione la visione antropocentrica e rivelando la tensione tra bellezza, instabilità e mistero.
Il progetto si inserisce in un più ampio programma biennale (2025-2026) dedicato all’interscambio culturale tra Italia e Lituania, volto a promuovere i talenti artistici dei due paesi. La collaborazione si concluderà nel 2026, quando tre artisti lituani saranno ospiti della 10ª Biennale Gherdëina in Val Gardena (BZ), dal 29 maggio al 13 settembre.
Atelier dell’Errore (AdE) è un collettivo artistico con sede a Reggio Emilia, dedicato alle arti visive e performative. Fondato nel 2015 dall’artista Luca Santiago Mora, il gruppo è composto oggi da 11 giovani artisti neurodivergenti.
mostra18 Settembre 2025 Taipei Biennial 2025: Monia Ben Hamouda e Jacopo Benassi in Mostra La 14ª edizione della Taipei Biennial 2025, intitolata "Whispers on the Horizon" (Sussurri all'orizzonte), si terrà dal 1 novembre 2025 al 29 marzo 2026 presso il Taipei Fine Arts Museum (TFAM).
Curata da Sam Bardaouil e Till Fellrath la biennale esplorerà il concetto di "desiderio" e presenterà 54 artisti da 35 città, incluse 33 opere inedite e installazioni site-specific. Tra gli artisti figurano anche due italiani, Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) e Jacopo Benassi (La Spezia, 1970). La mostra mira ad amplificare le voci di artisti più giovani e di metà carriera, con circa la metà dei partecipanti nati dopo il 1984. 
Pur eleggendo la scultura come medium predominante, il lavoro di Ben Hamouda (rappresentata da Chert Lüdde, Berlino; Selma Feriani, Tunisi, Londra) è orientato a una sintesi di diversi linguaggi espressivi, che si avvale di materiali differenti, in primo luogo le spezie, usate inizialmente come pigmenti e, quindi, integrate nell’opera per le loro qualità olfattive. Molti elementi del suo lavoro si legano alla storia personale e familiare, diventando veicolo di riflessione sulla relazione tra culture diverse, spesso generatrice di fraintendimenti e stereotipi. Jacopo Benassi (rappresentato da Francesca Minini, Milano) è un artista e fotografo italiano. Attivo fin dagli anni Ottanta, ha iniziato la sua ricerca attraverso ambienti legati alla musica underground, sviluppando nel tempo un linguaggio visivo personale e diretto, basato sull’uso del flash e su un’estetica cruda e istintiva. Il suo lavoro spazia tra fotografia, performance, pittura e installazione, mantenendo sempre un approccio intimo e materico.