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Francesca Leone, ambasciatrice dell'arte italiana al G20

aggiornato al 27 Luglio 2024

Francesca Leone, ambasciatrice dell'arte italiana al G20

Sarà l'artista Francesca Leone a rappresentare l'arte italiana al prossimo G20 in India che avrà come tema "Una Terra, una famiglia, un futuro". Leone, scelta dal museo Maxxi su incarico del ministero della Cultura, unirà le sue opere a quelli di altri 50 artisti di tutto il mondo dal 7 al 23 agosto al Bihar Museum di Patna, nella mostra "Together we art", che poi si sposterà al National Museum di Nuova Delhi, dal 7 settembre al 7 ottobre.

"Sono molto onorata di questo invito - ha commentato l'artista romana all'ANSA - e ringrazio i curatori e il direttore del Maxxi che hanno pensato a me come artista". Francesca Leone, nota per l'impiego di materiali recuperati e per la sua sensibilità all'ambiente, porterà al G20 un'installazione di tre rose giganti, che rappresentano la natura, realizzate con lamiere recuperate da baracche o da edifici abbandonati. "Le rose hanno colori diversi: la prima - spiega Francesca Leone - è la più grande ed è colorata, curata; la seconda, più piccola, ha tracce di ruggine, buchi e lacerazioni, quindi è curata solo in parte. La terza è completamente arrugginita, priva di colore, dove sembrano scomparire persino le sembianze stesse della rosa. E' un percorso che racconta come l'artista interviene nell'opera e, allo stesso tempo, come l'uomo può intervenire nei confronti della natura".

L'opera, intitolata 'Una rosa, è una rosa, è una rosa', dal verso della poetessa Gertrude Stein, porta in sé una promessa di rigenerazione attraverso il recupero e la cura: la rosa più grande ha perso le tracce della ruggine grazie al colore che l'artista le ha restituito, facendola rivivere. "Dare nuova vita, più poetica, a ciò che è stato abbandonato è sempre stata la caratteristica della mia arte - commenta Francesca Leone - i tre fiori rappresentano altrettante possibilità di cura o di abbandono e lasciano aperta la speranza di poter salvare e far rivivere la bellezza della natura prima che appassisca completamente". "Mi piace usare la lamiera perché è viva, bella, come una pelle e che stropiccio come una carta - spiega l'artista - Con la lamiera creo disorientamento: le rose sembrano di carta ma in realtà sono di ferro, sembrano leggere e invece sono pesanti".

Nell'opera i significati più riconoscibili sono l'aver cura, il non lasciare andare, il dare una seconda vita a qualcosa che è stato abbandonato, abbracciando diverse sfere, dalla relazione umana alla tutela dell'ambiente, secondo la filosofia scelta dal curatore della mostra, Alka Pande, che si focalizza su tolleranza, inclusività, coesistenza pacifica ed ecologia. Temi cari all'artista romana. (ANSA/Ida Bini)

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Allestita negli spazi del Kaunas City Museum e della Meno parkas Gallery, la mostra sarà aperta al pubblico dal 12 settembre al 9 novembre 2025. L’esposizione propone un dialogo stimolante tra artisti italiani — come il collettivo Atelier dell’Errore, Arnold Holzknecht (Val Gardena, 1960) e Ruth Beraha (Milano, 1986) — e artisti lituani, tra cui Aistė Ambrazevičiūtė, Andrius Arutiunian e Maximilian Oprishka.
Il percorso espositivo esplora la complessa relazione tra natura, mito, tecnologia e intervento umano, invitando lo spettatore a riflettere su processi ecologici, storie umane e futuri possibili. Le opere selezionate offrono nuove prospettive per guardare il mondo, mettendo in discussione la visione antropocentrica e rivelando la tensione tra bellezza, instabilità e mistero.
Il progetto si inserisce in un più ampio programma biennale (2025-2026) dedicato all’interscambio culturale tra Italia e Lituania, volto a promuovere i talenti artistici dei due paesi. La collaborazione si concluderà nel 2026, quando tre artisti lituani saranno ospiti della 10ª Biennale Gherdëina in Val Gardena (BZ), dal 29 maggio al 13 settembre.
Atelier dell’Errore (AdE) è un collettivo artistico con sede a Reggio Emilia, dedicato alle arti visive e performative. Fondato nel 2015 dall’artista Luca Santiago Mora, il gruppo è composto oggi da 11 giovani artisti neurodivergenti.