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aggiornato al 18 Aprile 2025
Edoardo Tresoldi tra i 5 artisti invitati al concorso per l'Agnello della Sagrada Familia
Il centro espositivo Museu Diocesà de Barcelona, noto anche come Casa de la Almoina, presenta sino al 9 giugno 2025 la mostra dedicata alle cinque proposte artistiche per completare la torre di Gesù Cristo della Sagrada Familia. L’opera sarà collocata all'interno della croce, alla sommità della torre, e rappresenterà l'Agnello di Dio.
Si tratta di un elemento essenziale che Antoni Gaudí aveva descritto nei suoi progetti della Basilica, come si evince negli Àlbums del Temple, pubblicati dall'associazione per lo sviluppo del Tempio mentre l'architetto era in vita, dove si trova un riferimento esplicito all'Agnello di Dio.
Le proposte di cinque artisti internazionali
Il 20 settembre 2023, il Consiglio di Amministrazione della Junta Constructora de la Sagrada Família ha deciso di indire un concorso per la presentazione di proposte artistiche pensate per l'Agnello (Agnus Dei). Il Comitato artistico di selezione ha invitato a prendere parte al concorso gli italiani Edoardo Tresoldi e Andrea Mastrovito, la cui opera è stata scelta per la realizzazione, il portoghese David Oliveira e gli spagnoli Gonzalo Borondo e Jordi Alcaraz.
La proposta di Edoardo Tresoldi
Edoardo Tresoldi ha proposto un’opera scultorea che interpreta l’Agnello trionfante e risorto, evocando il mistero della morte e della resurrezione.
Nell'Apocalisse di San Giovanni, l’Agnello è descritto come immolato ma vittorioso, al centro del trono celeste e custode della conoscenza divina. La scultura è pensata per svilupparsi all’interno di un parallelepipedo a base ottagonale avvolto da una nebbia argentea che si espande come un cristallo esploso.
L'Agnello, in piedi, attraversa un pilastro di luce che scende dal cielo. La nebbia si dirada rivelando la presenza di uno spazio vuoto, sagoma di un uovo, simbolo della vita oltre il sacrificio. Tresoldi concepisce questa struttura geometrica come un organismo di luce che nasconde e svela allo stesso tempo, in un gioco di trasparenze e riflessi.
Le componenti centrali dell’opera sono realizzate in rete metallica con inserti specchiati, generando un dialogo tra materia e luminosità. I pannelli metallici che la sostengono sono integrati in un insieme monometrico, dove la luce definisce il significato dell'opera e trasforma la torre in un simbolo di trascendenza e speranza.
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Allestita negli spazi del Kaunas City Museum e della Meno parkas Gallery, la mostra sarà aperta al pubblico dal 12 settembre al 9 novembre 2025. L’esposizione propone un dialogo stimolante tra artisti italiani — come il collettivo Atelier dell’Errore, Arnold Holzknecht (Val Gardena, 1960) e Ruth Beraha (Milano, 1986) — e artisti lituani, tra cui Aistė Ambrazevičiūtė, Andrius Arutiunian e Maximilian Oprishka.
Il percorso espositivo esplora la complessa relazione tra natura, mito, tecnologia e intervento umano, invitando lo spettatore a riflettere su processi ecologici, storie umane e futuri possibili. Le opere selezionate offrono nuove prospettive per guardare il mondo, mettendo in discussione la visione antropocentrica e rivelando la tensione tra bellezza, instabilità e mistero.
Il progetto si inserisce in un più ampio programma biennale (2025-2026) dedicato all’interscambio culturale tra Italia e Lituania, volto a promuovere i talenti artistici dei due paesi. La collaborazione si concluderà nel 2026, quando tre artisti lituani saranno ospiti della 10ª Biennale Gherdëina in Val Gardena (BZ), dal 29 maggio al 13 settembre.
Atelier dell’Errore (AdE) è un collettivo artistico con sede a Reggio Emilia, dedicato alle arti visive e performative. Fondato nel 2015 dall’artista Luca Santiago Mora, il gruppo è composto oggi da 11 giovani artisti neurodivergenti. mostra18 Settembre 2025

Curata da Sam Bardaouil e Till Fellrath la biennale esplorerà il concetto di "desiderio" e presenterà 54 artisti da 35 città, incluse 33 opere inedite e installazioni site-specific. Tra gli artisti figurano anche due italiani, Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) e Jacopo Benassi (La Spezia, 1970). La mostra mira ad amplificare le voci di artisti più giovani e di metà carriera, con circa la metà dei partecipanti nati dopo il 1984.
Pur eleggendo la scultura come medium predominante, il lavoro di Ben Hamouda (rappresentata da Chert Lüdde, Berlino; Selma Feriani, Tunisi, Londra) è orientato a una sintesi di diversi linguaggi espressivi, che si avvale di materiali differenti, in primo luogo le spezie, usate inizialmente come pigmenti e, quindi, integrate nell’opera per le loro qualità olfattive. Molti elementi del suo lavoro si legano alla storia personale e familiare, diventando veicolo di riflessione sulla relazione tra culture diverse, spesso generatrice di fraintendimenti e stereotipi. Jacopo Benassi (rappresentato da Francesca Minini, Milano) è un artista e fotografo italiano. Attivo fin dagli anni Ottanta, ha iniziato la sua ricerca attraverso ambienti legati alla musica underground, sviluppando nel tempo un linguaggio visivo personale e diretto, basato sull’uso del flash e su un’estetica cruda e istintiva. Il suo lavoro spazia tra fotografia, performance, pittura e installazione, mantenendo sempre un approccio intimo e materico. mostra03 Settembre 2025

In occasione della mostra, NYsferatu –Symphony of a Century di Andrea Mastrovito verrà proiettato in seguito all’opening del 4 settembre alle ore 21.30 al Kino am der Königstadt in Straßburger Str. 55, Berlin, con sonorizzazione dal vivo di Thee Balancer feat. Matjö. mostra29 Luglio 2025

Di natura autobiografica, i nuovi dipinti di Silva sono profondamente legati al suo rapporto con la psicoanalisi. Figlia di due psicoanalisti, Silva è immersa in questa pratica fin dall'infanzia. Per lei, la psicoanalisi è diventata una lente interpretativa costante che influenza il suo modo di guardare il mondo: uno sguardo incessante che oscilla tra un'estrema tolleranza verso l'umanità e la comprensione dell'intolleranza che quella stessa umanità è capace di mettere in atto. Questa struttura analitica si traduce in un approccio pittorico altrettanto analitico, in cui le immagini vengono decostruite e riconfigurate in composizioni costellari.
Dettagli figurativi si dislocano all'interno di paesaggi astratti, mentre elementi collageati, spesso estratti fisicamente e riutilizzati da suoi dipinti precedenti, punteggiano la superficie delle sue opere. Modellati da campi di spazio negativo, i quadri di Silva appaiono inizialmente frammentari, ma se osservati insieme cominciano a formare una narrazione profondamente intima che abbraccia due fasi distinte del suo percorso psicoanalitico. Concepite come episodi che rappresentano momenti specifici della sua vita, le opere di Silva passano dalle tensioni della giovinezza alle ansie dell'età adulta, dalla malattia alla nostalgia e alla rabbia, formando stazioni distinte di un personale Via Crucis. Per incoraggiare il pubblico a immergersi liberamente nell'origine e nel contenuto di ciascuna opera, durante la mostra saranno disponibili schede informative dettagliate.
A proposito del lavoro di Silva, Bice Curiger ha scritto: "Sofia Silva è una maestra nel gioco di prospettive mutevoli, dove le forme fluttuano sul limite della trasformazione, sospese tra stati opposti. In un primo momento, siamo rassicurati dal delicato, dall'intimo, dall'etereo: un quieto contrappunto al gesto ostentato. Ma addentrandoci nel suo universo, anche queste certezze si dissolvono, e ci ritroviamo a trattenere il fiato davanti all'audacia delle sue composizioni su grande scala, con tonalità infinitamente sottili e vasti vuoti inesplorati. Come scrisse Meret Oppenheim in una poesia: 'con un enorme poco, molto'".
Sofia Silva (n. 1990, Padova) vive e lavora a Padova. Tra le sue mostre personali passate: Notizie da lei, Barbati Gallery, Venezia, 2025; Melania Pieve Mostarda, Una Boccata d’Arte - Fondazione Elpis, Milano, 2024; e Consolations, Case Chiuse by Paola Clerico, Torino, 2023. Silva ha conseguito un BFA in Arti Visive e Teatro nel 2012, un MA in Storia dell’Arte e Conservazione dei Beni Artistici nel 2016 e, nel 2025, un BPsych in Tecniche e Metodi della Scienza Psicologica. Oltre alla pratica artistica, Silva scrive regolarmente di arte da oltre un decennio. I suoi testi sono stati commissionati da istituzioni come La Quadriennale di Roma, Fondation Vincent Van Gogh Arles, KW Institute for Contemporary Art, Van Gogh Museum Amsterdam e Kunsthalle Wien.