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aggiornato al 19 Marzo 2025
Arcangelo Sassolino al MONA Museum of Old and New Art in Australia
L'opera che dà il titolo alla mostra, in the end, the beginning, si troverà in una delle gallerie sotterranee del MONA. Riscaldato a 1500°C, l’acciaio fuso cola dal soffitto e, toccando il suolo, genera un'esplosione di scintille incandescenti. Quest'opera è una nuova versione della celebre installazione Diplomazija astuta, originariamente creata per il Padiglione di Malta alla Biennale di Venezia del 2022, in cui Sassolino ha utilizzato la luce dell'acciaio fuso per evocare il chiaroscuro dell’opera di Caravaggio del 1608, La decapitazione di San Giovanni Battista, oggi conservata a La Valletta.
Attraverso la fusione tra arte e fisica, Arcangelo Sassolino esplora i limiti della materia e le forze che la governano. Le sue opere, realizzate con materiali industriali, incarnano tensione, precarietà e trasformazione continua. Compressione, velocità, gravità e calore diventano strumenti per innescare processi che si consumano in tempo reale, dando forma a installazioni dinamiche dove l’energia si manifesta nel suo stato più puro. Ogni scultura è un sistema in cui il tempo non è solo un elemento costruttivo, ma un meccanismo inarrestabile che alimenta l’attesa e l’inevitabilità dell’azione. Sassolino non si limita a rappresentare la forza, ma la attiva, rendendola protagonista di esperienze viscerali che evocano la fragilità della materia e dell’esistenza stessa.
Al MONA, Sassolino presenterà altre cinque sculture insieme a in the end, the beginning che evidenziano la sua incessante esplorazione della materia e dei limiti fisici della stessa. Tra queste, violenza casuale è un’opera in cui una trave di legno viene sottoposta alla pressione di un pistone idraulico, fino a spezzarsi in modo improvviso e incontrollabile, generando schegge e frammenti. Un simile sistema di tensione e fragilità è visibile in paradoxical nature of life, dove una lastra di vetro si piega sotto il peso di un grande masso e in marcus, uno pneumatico schiacciato e deformato da una morsa in acciaio. Saranno inoltre esposte due versioni di no memory without loss, dischi di tre metri di diametro fissati alle pareti, sulla cui superficie è applicato un olio industriale ad alta viscosità che, ruotando lentamente, si spande e gocciola al suolo.
"in the end, the beginning" apre il 7 giugno 2025 fino al 6 aprile 2026.
Foto credit: Ginevra Formentini
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Di natura autobiografica, i nuovi dipinti di Silva sono profondamente legati al suo rapporto con la psicoanalisi. Figlia di due psicoanalisti, Silva è immersa in questa pratica fin dall'infanzia. Per lei, la psicoanalisi è diventata una lente interpretativa costante che influenza il suo modo di guardare il mondo: uno sguardo incessante che oscilla tra un'estrema tolleranza verso l'umanità e la comprensione dell'intolleranza che quella stessa umanità è capace di mettere in atto. Questa struttura analitica si traduce in un approccio pittorico altrettanto analitico, in cui le immagini vengono decostruite e riconfigurate in composizioni costellari.
Dettagli figurativi si dislocano all'interno di paesaggi astratti, mentre elementi collageati, spesso estratti fisicamente e riutilizzati da suoi dipinti precedenti, punteggiano la superficie delle sue opere. Modellati da campi di spazio negativo, i quadri di Silva appaiono inizialmente frammentari, ma se osservati insieme cominciano a formare una narrazione profondamente intima che abbraccia due fasi distinte del suo percorso psicoanalitico. Concepite come episodi che rappresentano momenti specifici della sua vita, le opere di Silva passano dalle tensioni della giovinezza alle ansie dell'età adulta, dalla malattia alla nostalgia e alla rabbia, formando stazioni distinte di un personale Via Crucis. Per incoraggiare il pubblico a immergersi liberamente nell'origine e nel contenuto di ciascuna opera, durante la mostra saranno disponibili schede informative dettagliate.
A proposito del lavoro di Silva, Bice Curiger ha scritto: "Sofia Silva è una maestra nel gioco di prospettive mutevoli, dove le forme fluttuano sul limite della trasformazione, sospese tra stati opposti. In un primo momento, siamo rassicurati dal delicato, dall'intimo, dall'etereo: un quieto contrappunto al gesto ostentato. Ma addentrandoci nel suo universo, anche queste certezze si dissolvono, e ci ritroviamo a trattenere il fiato davanti all'audacia delle sue composizioni su grande scala, con tonalità infinitamente sottili e vasti vuoti inesplorati. Come scrisse Meret Oppenheim in una poesia: 'con un enorme poco, molto'".
Sofia Silva (n. 1990, Padova) vive e lavora a Padova. Tra le sue mostre personali passate: Notizie da lei, Barbati Gallery, Venezia, 2025; Melania Pieve Mostarda, Una Boccata d’Arte - Fondazione Elpis, Milano, 2024; e Consolations, Case Chiuse by Paola Clerico, Torino, 2023. Silva ha conseguito un BFA in Arti Visive e Teatro nel 2012, un MA in Storia dell’Arte e Conservazione dei Beni Artistici nel 2016 e, nel 2025, un BPsych in Tecniche e Metodi della Scienza Psicologica. Oltre alla pratica artistica, Silva scrive regolarmente di arte da oltre un decennio. I suoi testi sono stati commissionati da istituzioni come La Quadriennale di Roma, Fondation Vincent Van Gogh Arles, KW Institute for Contemporary Art, Van Gogh Museum Amsterdam e Kunsthalle Wien. mostra28 Luglio 2025

Franceschini con la sua pratica esplora vari metodi e possibilità di esibire merci e manufatti al fine di isolarne e ridefinirne il ruolo entro i confini segnati dall’estetica del consumo. Sculture cinetiche e performance, fotografie e fotocopie, sono per l’artista macchine “nubili” – appellativo con cui Franceschini ama rivolgersi alle sue opere - che innestano il femminile nel celibato delle macchine di ispirazione duchampiana – e diventano, per l’artista, un “cinema fatto con altri mezzi.” La sua ricerca amplia il concetto di animazione, declinandolo in termini scultorei. Sovvertendo un paradigma classico che intende il “cinema come macchina,” l’artista propone l’ipotesi poetica di una “macchina come cinema.” Le sculture, pensate dall’artista come immagini in movimento, incorporano oggetti di largo consumo e li trasformano in entità quasi viventi, dispositivi animati la cui soggettività emerge dalla finzione della messinscena.
Il progetto è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (13 edizione, 2024), finalizzato alla promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana. mostra25 Luglio 2025

La residenza sostenuta dalla Fondazione Memmo offre un'opportunità ad artisti residenti in Italia che intendano affrontare un'esperienza di ricerca al di fuori del proprio contesto, confrontandosi con uno scenario internazionale. Tra i partecipanti delle passate edizioni: Diego Marcon (2020), Adelaide Cioni (2022), Francis Offman (2023), Alice Visentin (2024) e Alessandro Di Pietro (2025). Scadenza per le domande: 25 agosto 2025, 13.00 (orario inglese).
La residenza a Gasworks, a cura di Ilaria Puri Purini, rappresenta un'occasione di crescita e scambio artistico e professionale: una possibilità per sperimentare incoraggiando gli artisti a intraprendere nuove ricerche e ampliare la rete di contatti, così da sostenere lo sviluppo della loro pratica.
Tutte le informazioni necessarie per inviare le candidature al link:
https://gasworks.org.uk/opportunities/residency-open-call-for-italian-artists-based-in-italy-2026 mostra26 Giugno 2025

Progetto concepito da Triennale Milano, con la curatela di Damiano Gullì – Curatore per l’Arte contemporanea e il Public Program dell’istituzione milanese – la mostra approda per la prima volta fuori dai confini italiani proprio a Buenos Aires, dove è stata resa possibile dallo stretto lavoro congiunto con l’Istituto Italiano di Cultura, che ne ha curato e coordinato la realizzazione nella capitale argentina.