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Marina Dacci
interviste
01 Marzo 2022
Curatori
Tutti da costruire i ponti con curatori e gallerie straniere
Quali sono, nella sua esperienza, gli artisti italiani contemporanei (in vita) che hanno raggiunto maggiore visibilità all’estero e grazie a quali fattori (per es. gallerie, biennali, mostre, curatori, ecc.)?
Gli stranieri hanno scoperto l’Arte Povera e l’Arte concettuale italiana dopo più di 30 anni dalla loro nascita e tutti gli artisti legati a questo gruppo sono indiscussiamente apprezzati e riconosciuti ovunque. Tra questi, in particolare, ancora in vita, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Giovanni Anselmo, Claudio Parmiggiani, Giulio Paolini e poi Enzo Cucchi, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi e Francesco Vezzoli. Tra quelli più giovani, che hanno fatto un passo significativo fuori dal paese, vi sono Lara Favaretto, Marzia Migliora, Marinella Senatore, Rä di Martino, Chiara Camoni, Alessandro Piangiamore, Loris Cecchini, Pietro Roccasalva, Fabio Viale, Francesco Arena, Gian Maria Tosatti, Giulia Cenci, Arcangelo Sassolino, Masbedo, Claudia Losi, Alice Cattaneo, Silvia Giambrone, Francesco Gennari, Alfredo Aceto, Renato Leotta, Danilo Correale, Ornaghi e Prestinari, Elena Mazzi, a volte anche grazie al loro dinamismo nell’uscire dal nostro territorio e sapersi confrontare con culture altre.
Comunque poca cosa rispetto alla visibilità internazionale di altri artisti stranieri. Ho omesso artisti italiani che vivono all’estero, come Piero Golia, Enrico David, Salvatore Arancio, Monica Bonvicini, Luisa Rabbia, Francesco Clemente, Paolo Roversi, perché questo è un altro capitolo.
Per gli artisti italiani, le ragioni della visibilità acquisita all’estero sono molto difficili da definire. A differenza di altri paesi, in cui curatori, collezionisti e alcune gallerie commerciali hanno un grande peso nel creare forte visibilità, in Italia le cose non stanno proprio così. Una ragione potrebbe essere attribuita al fatto che siamo da sempre considerati di serie B all'estero in ognuna di queste categorie, se vogliamo chiamarle così. A questo si aggiunge la policy dei musei italiani, che, raramente, sostengono e valorizzano gli artisti italiani (tolte pochissime eccezioni) e, di conseguenza, non consentono loro di stabilizzare, dar credito e consolidare il loro percorso. Senza nulla togliere al valore artistico degli artisti italiani più giovani che hanno avuto un maggiore riscontro fuori Italia, credo che questo salto sia dovuto anche a situazioni fortuite, spesso legate ad incontri personali.
Quali sono, nella sua opinione, gli artisti italiani contemporanei che non hanno ancora raggiunto adeguata visibilità per il loro valore artistico e quali sono le cause di questa mancata valorizzazione?
Posso dire che, a mio parere, in Italia oggi ci siano parecchi bravi artisti che non hanno un'adeguata visibilità internazionale sia nella fascia dei trenta-quarantenni sia in quella della generazione precedente; a mio parere molto migliori di altri stranieri che hanno raggiunto un’affermazione internazionale. Molti invece, ahimè, tendono a cavalcare modelli e approcci che funzionano nel mercato estero, col risultato di un approccio derivativo, mai convincente, legato ad alcune mode diciamo "formali".
Quali sono, nella sua esperienza, le tappe e gli elementi che favoriscono la carriera internazionale di un artista italiano contemporaneo? E dove il sistema italiano è carente per sostenere l’arte contemporanea italiana sulla scena artistica internazionale?
Vedi la mia risposta precedente. In particolare: mostre nei musei del proprio paese, partecipazione a qualche biennale, capacità delle gallerie che li rappresentano di creare qualche ponte con curatori e gallerie straniere, quindi, di far circuitare il lavoro. Poi, vista la situazione di contesto, per gli artisti l’importante è prendersi rischi, schiodarsi dall’Italia e aprire relazioni con altri paesi per farsi conoscere. Non solo residenze, più adatte ai giovanissimi, ma anche trasferimenti temporanei in altri luoghi provando a costruire relazioni significative.
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