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Stefano Raimondi

interviste
Stefano Raimondi

01 Marzo 2022

Curatori

Sapersi confrontare in modo efficace con il contemporaneo

Direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MAC), direttore artistico di ArtVerona, fondatore e direttore di The Blank Contemporary Art, membro dell’IKT – International Association of Curators of Contemporary Art

Quali sono, nella sua esperienza, gli artisti italiani contemporanei (in vita) che hanno raggiunto maggiore visibilità all’estero e grazie a quali fattori (per es. gallerie, biennali, mostre, curatori, ecc.)?
Si può fare riferimento a diversi artisti italiani che hanno raggiunto una grande visibilità all’estero: da una parte gli artisti legati, in modo diretto o indiretto, all’Arte Povera come Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, ma anche i protagonisti della Transavanguardia hanno, chi più chi meno, un’apertura internazionale. Poi ci sono fuoriclasse, come Maurizio Cattelan o Rudolf Stingel, che rappresentano, in modi completamente distinti, il nostro paese o artisti come Paola Pivi il cui percorso viene riconosciuto in modo trasversale. È difficile individuare singoli fattori che motivano il successo di questi artisti, sicuramente una miscela per ognuno diversa di vari ingredienti quali: innovazione del linguaggio, importanza del sistema artistico italiano tra gli anni ‘60 e ‘80, supporto critico e museale, sostegno di grandi collezionisti e gallerie. 

 

Quali sono, nella sua opinione, gli artisti italiani contemporanei che non hanno ancora raggiunto adeguata visibilità per il loro valore artistico e quali sono le cause di questa mancata valorizzazione?
Se è difficile determinare in modo netto i motivi di successo di un artista è ancora più complesso determinare i motivi che non permettono una valorizzazione dell’artista a livello internazionale. Anche in questo caso i fattori sono potenzialmente infiniti e, per certi versi opposti, ai precedenti: appiattimento dei linguaggi, mancanza di appeal, insufficiente sostegno di curatori/direttori italiani, specie di coloro che occupano posizioni di rilievo internazionale, scarso sostegno del mercato e conseguente titubanza delle principali gallerie a investire, mancanza di strutture museali di riferimento internazionale, mancanza di accademie o percorsi didattici di rilievo internazionale. 

 

Quali sono, nella sua esperienza, le tappe e gli elementi che favoriscono la carriera internazionale di un artista italiano contemporaneo? E dove il sistema italiano è carente per sostenere l’arte contemporanea italiana sulla scena artistica internazionale? 
Penso che il sapersi confrontare in modo efficace con il contemporaneo, che sembra scontato ma davvero non lo è affatto, sia il principale elemento che può sostenere un percorso internazionale. Da questo elemento non si prescinde. E da qui si parte per impostare, poi, un percorso coerente, in dialogo con il meglio che l’arte ha da offrire, con gli attori che possono raggiungere percorsi di crescita e maturazione.

 

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