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Andrea Lissoni
interviste
16 Gennaio 2025
Direttori musei
La qualità del sistema educativo è purtroppo bassa
Direttore artistico Haus der Kunst, Monaco
Quali sono, nella sua esperienza, gli artisti italiani contemporanei (in vita) che hanno raggiunto maggiore visibilità all’estero e grazie a quali fattori (per es. gallerie, biennali, mostre, curatori, ecc.)?
In questo momento, Giuseppe Penone, Maurizio Cattelan, Rosa Barba, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Vanessa Beecroft, Rossella Biscotti, Lara Favaretto, Giorgio Griffa, Guido Guidi, Francesco Vezzoli, Martino Gamper, Invernomuto, Armin Linke, Diego Marcon, Eva e Franco Mattes, Adrian Paci, Nico Vascellari, Caterina Barbieri, Lorenzo Senni, questi ultimi due in area più musicale, ma con forte risonanza nell’arte. Molti fattori differenti fra artista ed artista, uno senz’altro la partecipazione a mostre rilevanti come Documenta e Biennali in modo continuativo, una presenza in mostre - e spesso di conseguenza in collezioni - di istituzioni non italiane, in alcuni casi gallerie non italiane. Il fattore determinante è l’originalità e la qualità del lavoro.
Quali sono, nella sua opinione, gli artisti italiani contemporanei che non hanno ancora raggiunto adeguata visibilità per il loro valore artistico e quali sono le cause di questa mancata valorizzazione?
Credo che il duo Invernomuto potrebbe ricevere maggiore visibilità, in generale è molto complesso per artisti che non basano la loro opera sulla produzione di oggetti emergere, né le gallerie commerciali né le fondazioni private rischiano progetti importanti. Stesso discorso per Riccardo Benassi e, per certi versi, per Anna Galtarossa, che si sta riaffacciando discretamente sulla scena. Sono sempre sorpreso che un artista dall’ambiziosa e sovente monumentale scala di lavoro come Nico Vascellari abbia generato in passato poco interesse, ma credo il cambio rapido delle agende istituzionali abbia contribuito in questo.
Quali sono, nella sua esperienza, le tappe e gli elementi che favoriscono la carriera internazionale di un artista italiano contemporaneo?
La qualità, ma anche il confronto e il dialogo con pratiche internazionali di ricerca sono determinanti. Ci sono ottimi strumenti di confronto fra curatori internazionali e artisti come i corsi di giovani curatori internazionali presso Fondazione Sandretto Re Rebaudengo o ancora Corso Superiore di Arti Visive di Fondazione Ratti ma probabilmente non sono sufficienti. Non ci sono dubbi che Italian Council stia svolgendo una funzione rilevante, il cui impatto si comincia a misurare dopo qualche anno dal suo lancio. E credo che la nomina di direttori con forti esperienze istituzionali all’estero come Stefano Colicelli, Luca Lopinto (in scadenza ahinoi), Francesco Manacorda e Francesco Stocchi rispettivamenti in musei come Pecci, Rivoli, Macro e Maxxi possa rappresentare un altro importante passo avanti: collezionano, hanno un network rilevante e un approccio proattivo ed energetico.
Dove il sistema italiano è carente per sostenere l’arte contemporanea italiana sulla scena artistica internazionale?
Nell’educazione. La qualità del sistema educativo è purtroppo bassa e pochi che potrebbero diventare artisti hanno i mezzi per permettersi esperienze di formazione rilevanti all’estero in scuole innovative come - restando in Europa - Basilea, Ginevra, Losanna, Francoforte, Monaco o Londra. Non esistono mostre di fine anno rilevanti e annunciato come meriterebbero nelle accademie che possano consentire a giovani curatori e galleristi di fare ricerca. D’altra parte ci sono fondi pubblici ridottissimi per il supporto di iniziative indipendenti (i tradizionali artist run spaces), né per studi d'artista, e questo non aiuta.
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