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approfondimenti fiscali

La Fiscalità nella circolazione
di opere d’arte

Il mercato dell’arte si configura non solo come un ambito culturale e professionale per artisti e curatori, ma anche come un settore economico di rilievo, capace di attrarre l’interesse di investitori, collezionisti, istituzioni e professionisti. La regolamentazione fiscale e normativa che ne disciplina le dinamiche risulta tuttavia eterogenea a livello internazionale, con significative differenze da un ordinamento all’altro. In questo contesto, un’analisi comparativa si rivela essenziale per cogliere le opportunità e affrontare le criticità che caratterizzano le operazioni transfrontaliere nel mondo dell’arte.

Nel tentativo di offrire una panoramica organica, sono stati presi in esame alcuni tra i Paesi più rilevanti – sia europei che extraeuropei – per comprendere come differenti sistemi giuridico-fiscali si rapportino alla circolazione, alla detenzione e alla trasmissione delle opere d’arte.

 

Sezione a cura dello Studio Lombard DCA

© La riproduzione dei contenuti è riservata

Persone fisiche

Negli Stati Uniti, la vendita di opere d'arte da parte di collezionisti è soggetta alla capital gain tax con aliquota massima del 28%. Se l'attività è svolta professionalmente, i profitti sono trattati come reddito ordinario e tassati con le aliquote progressive (fino al 37% a livello federale, più eventuali imposte statali).

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Persone giuridiche

Negli Stati Uniti, le società sono tassate con un’aliquota fissa del 21% sul reddito imponibile (IRS Code §11), oltre a eventuali imposte statali. La Tax Cuts and Jobs Act (TCJA), approvata nel 2017, ha ridotto l'aliquota dell'imposta sul reddito delle società negli Stati Uniti dal 35% al 21%. Tuttavia, molte aziende riescono a ridurre ulteriormente la loro imposta effettiva attraverso deduzioni e crediti fiscali, come quelli per ricerca e sviluppo, che possono abbattere l'aliquota effettiva a livelli molto bassi. 

 

Inoltre, le società possono essere soggette a imposte sul reddito a livello statale e locale, con aliquote che variano da stato a stato. Molti stati applicano aliquote che vanno dal 2,5% al 9,8%, ma tali imposte sono generalmente deducibili dalla base imponibile federale delle società, soggette a determinate limitazioni. Le spese direttamente connesse all’attività sono deducibili.

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Persone fisiche e giuridiche a confronto: da un punto di vista fiscale, il possesso e la vendita di opere d’arte per chi è più vantaggioso?

Negli Stati Uniti, dal punto di vista fiscale, il possesso e la vendita di opere d’arte risultano generalmente più vantaggiosi per chi opera attraverso una persona giuridica piuttosto che come persona fisica. Questo perché le entità giuridiche – come società, trust o fondazioni – godono di una maggiore flessibilità fiscale: possono dedurre diverse spese collegate alla gestione delle opere, adottare strategie di pianificazione fiscale più sofisticate, e in certi casi anche ammortizzare o svalutare i beni.

 

Al contrario, per una persona fisica, soprattutto se si tratta di un collezionista privato, il regime fiscale è decisamente meno favorevole. Le plusvalenze generate dalla vendita di un’opera, ad esempio, sono tassate con un’aliquota fissa piuttosto alta (28% a livello federale), e le possibilità di dedurre costi o beneficiare di sgravi in caso di donazioni sono più limitate. Inoltre, mentre una società può gestire opere d’arte in modo più efficiente e professionale anche dal punto di vista successorio, un individuo ha meno strumenti a disposizione per ottimizzare la gestione del patrimonio artistico nel lungo periodo.

 

Naturalmente, ci sono eccezioni. Per esempio, un artista che vende le proprie opere è tassato in modo diverso rispetto a un collezionista, perché il reddito derivante dalla vendita viene trattato come reddito ordinario da lavoro. Tuttavia, in linea generale, chi si occupa d’arte in modo continuativo o con finalità d’investimento trova nella struttura giuridica un’opzione più efficace e fiscalmente conveniente.

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Tassazione su successioni e donazioni

Negli Stati Uniti, è prevista un'imposta federale sulle successioni solo per patrimoni superiori a 13,99 milioni di dollari  (soglia aggiornata al 2025), con aliquota massima del 40%. 

 

Nel 2025, l'IRS ha stabilito un'esenzione annuale per le donazioni, consentendo a un individuo di donare fino a $19.000 per beneficiario senza incorrere in obblighi fiscali. Ciò significa che una persona può trasferire questa somma a ciascun destinatario ogni anno senza dover presentare una dichiarazione fiscale o utilizzare parte della propria esenzione fiscale complessiva. Tuttavia, se una donazione supera questa soglia, l'importo in eccesso viene conteggiato contro l'esenzione fiscale complessiva di $13,99 milioni. 

 

È importante notare che ciò non implica automaticamente l'obbligo di pagare un'imposta sulle donazioni; è necessario solo presentare una dichiarazione fiscale (Modulo 709) per registrare l'importo eccedente. Questa struttura consente ai contribuenti di trasferire significative somme di denaro senza incorrere in imposte immediate, ma con la consapevolezza che l'esenzione complessiva potrebbe essere ridotta in futuro, a meno che il Congresso non intervenga per estenderla.

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Disposizioni fiscali speciali per trust e fondazioni

Negli Stati Uniti, il sistema dei trust è ben strutturato e disciplinato dal codice fiscale dell’IRS, l’agenzia federale che si occupa della riscossione delle imposte. Esistono due categorie principali di trust, ciascuna con implicazioni fiscali diverse.

 

La prima è quella dei Grantor Trusts, in cui il costitutore (grantor) mantiene un certo controllo o interesse nei beni conferiti. Di conseguenza, viene considerato ancora il proprietario effettivo e deve dichiarare personalmente tutti i redditi prodotti dal trust nella propria dichiarazione dei redditi. In pratica, non c'è separazione fiscale tra il trust e il suo creatore: il reddito viene tassato direttamente a quest'ultimo.

 

Diverso è il caso dei Non-Grantor Trusts, che vengono trattati come entità fiscali autonome. In questo caso, il trust è tenuto a pagare le imposte sul reddito che non viene distribuito ai beneficiari. Quando il reddito, invece, viene distribuito, è il beneficiario a doverlo dichiarare e tassare nella propria dichiarazione, ma con la possibilità di usufruire di un credito d’imposta per le tasse eventualmente già versate dal trust.

 

Per quanto riguarda le fondazioni private, negli Stati Uniti queste sono riconosciute come organizzazioni esenti da imposte ai sensi della sezione 501(c)(3) del codice IRS. Tuttavia, per mantenere questo status, devono rispettare una serie di obblighi molto rigidi. Ad esempio, devono spendere ogni anno una quota minima del proprio patrimonio (solitamente almeno il 5%) per scopi caritatevoli, evitare qualsiasi forma di auto-dealing con soggetti legati all’organizzazione, e presentare regolarmente un rendiconto dettagliato attraverso il modulo IRS 990-PF. Nonostante siano esenti da molte imposte, restano comunque soggette a un’imposta del 1,39% sul reddito da investimenti netti.

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Vendita all'interno dei confini nazionali

Sales tax sulla vendita di opere d'arte

variabile per Stato

IVA su transazioni all’interno dei confini nazionali

Negli Stati Uniti, non esiste un’IVA federale. La tassazione indiretta si applica tramite "sales tax", variabile per Stato. Degli esempi:

  • New York: La combined sales tax rate a New York City è di circa l'8,875%. Tuttavia, le opere d'arte originali vendute direttamente dall'artista sono esenti da sales tax nello Stato di New York.
  • Florida: Impone una sales tax statale del 6%, con possibili sovrattasse locali. Se l'opera viene spedita fuori dallo stato, il venditore potrebbe non essere tenuto a riscuotere la sales tax.
  • California: Ha una delle aliquote base più alte, al 7,25%, con possibili aggiunte locali.
  • Stati senza sales tax: Montana, New Hampshire e Oregon non impongono una sales tax statale.

Inoltre, c'è la possibilità di ottenere esenzioni per gallerie e musei registrati.

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IVA e imposte doganali su transazioni che attraversano i confini nazionali

Vendita oltre i confini nazionali

IVA sull'importazione di opere d'arte

è spesso esente o soggetta a tariffe ridotte

le esportazioni

non sono soggette a limitazioni, salvo per i beni culturali

Negli Stati Uniti, sono in vigore regole doganali flessibili: importazioni spesso esenti o soggette a tariffe ridotte. Alcune opere possono essere soggette a controlli se contengono materiali protetti.

La maggior parte delle opere d’arte originali — come dipinti, sculture, incisioni e disegni eseguiti a mano — può essere importata senza l’applicazione di dazi doganali. Lo stesso vale per gli oggetti d'antiquariato con oltre 100 anni, che rientrano nel Capitolo 97 del Harmonized Tariff Schedule of the United States (HTSUS)

In aggiunta, esiste una soglia di esenzione doganale (cosiddetta regola del "de minimis") per le spedizioni con un valore inferiore a 800 dollari, che consente di evitare il pagamento di dazi e imposte. Tuttavia, dal maggio 2025, gli Stati Uniti hanno modificato le regole per le importazioni provenienti da determinati paesi, come la Cina e Hong Kong, revocando le esenzioni per alcune categorie di beni, inclusi quelli artistici.

 

Va inoltre sottolineato che alcune opere possono essere soggette a restrizioni o controlli particolari, specialmente se contengono materiali protetti da convenzioni internazionali, come avorio, pelle di animali in via d’estinzione o legni esotici. In tali casi, è necessario ottenere permessi specifici secondo le normative CITES o le leggi statunitensi in materia di protezione ambientale.

Per quanto riguarda l’export, gli Stati Uniti non prevedono limitazioni generalizzate all’esportazione di opere d’arte. Tuttavia, esistono vincoli specifici per oggetti considerati beni culturali protetti, come manufatti archeologici o materiali provenienti da territori federali

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Misure fiscali a favore del mecenatismo

Negli Stati Uniti, il mecenatismo nel mercato dell’arte è incentivato fiscalmente. 

 

Sono previste deduzioni fiscali (IRC §170) per donazione di opere d’arte quando sono a favore di enti esenti da imposte (come musei, università, biblioteche, fondazioni culturali) e sono deducibili dalle imposte sul reddito, ai sensi del Internal Revenue Code §170.

 

Il donatore può dedurre dal reddito imponibile il valore equo di mercato dell'opera al momento della donazione, a condizione che:

  • Il beneficiario sia un ente qualificato ai sensi della sezione 501(c)(3) dell’IRC;
  • L’uso dell’opera sia coerente con la missione esente da tasse dell’ente (cosiddetto "related use") .

 

La deducibilità della donazione di opere d’arte è inoltre soggetta a rigorosi requisiti documentali.

  • Per opere del valore superiore a 5.000 USD, è obbligatoria una perizia indipendente (qualified appraisal) redatta da un perito riconosciuto.
  • Per opere con valore superiore a 500.000 USD, la perizia deve essere allegata interamente alla dichiarazione dei redditi.

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Antiriciclaggio

Negli Stati Uniti, dal 2024 è in vigore il Beneficial Ownership Information Reporting (BOIR), obbligatorio per tutte le entità con transazioni rilevanti. Obblighi di identificazione e registrazione (U.S. FinCEN 31 CFR 1010).

 

 

 

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Aggiornamenti normativi

Negli Stati Uniti, l’AML Act 2020 ha esteso l’applicazione del Bank Secrecy Act al settore dell’arte, includendo antiquari e gallerie. Il regolamento specifico del FinCEN, ancora in fase di definizione, introdurrà soglie e obblighi formali per dealer, case d’asta e gallerie.

Tra le proposte legislative più rilevanti c’è l’ENABLERS Act, approvato alla Camera nel 2022, che prevede obblighi antiriciclaggio più stringenti per operatori con ricavi superiori a 5 milioni di dollari, ma attende ancora il via libera del Senato.

Nel marzo 2025, il Dipartimento del Tesoro ha suggerito di applicare il Bank Secrecy Act a transazioni superiori a 10.000 dollari nel mercato dell’arte, estendendo così i controlli.

 

Al momento, le segnalazioni di attività sospette collegate ad opere d’arte restano obbligatorie per banche e intermediari, ma con applicazione limitata.

Infine, con il Corporate Transparency Act del 2025, le segnalazioni sui beneficiari effettivi delle entità USA sono state temporaneamente sospese, posticipando l’obbligo di comunicazione sui titolari reali.

 

 

 

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Aggiornamenti normativi

Negli Stati Uniti, l’AML Act 2020 ha esteso l’applicazione del Bank Secrecy Act al settore dell’arte, includendo antiquari e gallerie. Il regolamento specifico del FinCEN, ancora in fase di definizione, introdurrà soglie e obblighi formali per dealer, case d’asta e gallerie.

Tra le proposte legislative più rilevanti c’è l’ENABLERS Act, approvato alla Camera nel 2022, che prevede obblighi antiriciclaggio più stringenti per operatori con ricavi superiori a 5 milioni di dollari, ma attende ancora il via libera del Senato.

Nel marzo 2025, il Dipartimento del Tesoro ha suggerito di applicare il Bank Secrecy Act a transazioni superiori a 10.000 dollari nel mercato dell’arte, estendendo così i controlli.

 

Al momento, le segnalazioni di attività sospette collegate ad opere d’arte restano obbligatorie per banche e intermediari, ma con applicazione limitata.

Infine, con il Corporate Transparency Act del 2025, le segnalazioni sui beneficiari effettivi delle entità USA sono state temporaneamente sospese, posticipando l’obbligo di comunicazione sui titolari reali.

 

 

 

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